Sara Vannelli

Autrice e digital marketer

La mia storia

Mi chiamo Sara, i ragazzini per strada mi chiamano “Signora”, gli adolescenti al Pub “Milf”, gli anziani “Fanciulla”, gli astrologi “Acquario ascendente acquario”, i nordici “Terrona”, la mia coinquilina “Sapiosessuale”, gli stranieri all’estero “Italian”, i laziali “Lupacchiotta”, mio padre “Cocca”, mia sorella “Ietta”, i miei clienti “social media manager”, i miei colleghi “Marketer”, i conoscenti “Freelance”, i miei lettori “Scrittrice Pulp”, i miei spettatori “Autrice Pop”, la mia insegnante d’Italiano “Un potenziale premio Strega”, la mia ex “Baby”, l’altra “Liebste”, gli uomini “Bambola”, i miei cuguni “Cugi”, i miei parenti “Saretta o Saruccia” (dopo una delle ennesime vacanze in Sardegna anche “Saruxi”), i miei amici di penna “Principessa”, i compagni di classe “Secchiona” o “Quella Mancina”, per nonna “Maschiaccio” , per quelli delle medie “Sarè”,  per i fascisti “Comunista”, per i leghisti “Zecca”, per il Piddini “Grillina”, per i ricchi “Povera”, per i poveri “Ricca”, per gli asiatici “Strana”, per i neri “Bianca”, per gli extra-europei “Europea”, per gli Europei “Berluscuniana”, per il mio ex “Pupa”, per i Tedeschi “Zara”, per gli Inglesi “Sera”, per i Taiwanesi “Sala”, per gli ex fumatori “Suicida”, per gli astemi “Alcolizzata”, per i razionali “Idealista”, per gli irrazionali “Pragmatica”, per la mia ex psicologa “Splendida” (forse perché la pagavo), per la mia gatta “Apriscatole”, per i giapponesi “Mana Khana”, per i vegani “Lei: la pericolosa Killer che uccide animali, piante, cose, persone e alieni”.

Si usano migliaia di parole, a volte ci stanno strette, altre volte ce le cuciamo addosso o altre ancora ci balliamo dentro. Molte sanno ferire, altre ti fanno innamorare in un solo secondo.

A me piacciono le parole, mi piacciono le parole libertà,  sincerità, rispetto, uguaglianza e condivisione.

Non mi sento né ragazzina né signora, preferisco definirmi un’artista, copywriter, sensibile e sognatrice. Determinata quando serve, socievole, aperta, curiosa e accogliente, romana e ovviamente romanista.

Amo la creatività, il Jazz, scoprire la vita toccandola con mano. 

In ciò che faccio metto sempre tutta me stessa. Ho una Fenice tatuata sul  braccio perché ho ricominciato da zero almeno cento volte.

Per ora sono una sardina, domani chissà.

Di muri in faccia ne ho presi tanti ma sono molti di più quelli che ho buttato giù.

Su con la vita! Mi dico sempre.

Perché prima che il mondo crolli definitivamente, mi piacerebbe fare qualcosa d’importante.

Sì. Tipo riuscire a finire questa presentazione.

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Voglio prenderti per mano, per favore prendi tempo
cerco di tenere il passo, posso andare fino a 100
voglio correre e col fiato, fare fuori anche il vento
il nero è vero non è niente, se gli levi pure il bianco.

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