Selfie senza filtri
Sara Vannelli
Selfie senza filtri
Racconti
pp. 230
ISBN: 9788899291617
Selfie senza filtri è una raccolta di racconti contemporanei scritti senza freno, nudi, crudi, ritratti di una generazione fragile. Una carrellata di istantanee sulla nostra società instabile, prima fotografata e poi rubata nelle sue maniacalità più contraddittorie. Le storie passano dalle più libere identità sessuali ai desideri più ossessivi (social, tecnologici, animali).
Selfie ininterrotti di personaggi compulsivi si animano tra le strade, sulla neve, dentro casa, nei bagni, sui balconi, mentre si fa l’amore, mentre non si parla o si parla troppo.
Storie d’amore, di odio, di sogni e compromessi.
Il libro contiene trenta racconti per chi ha voglia di non avere filtri, di sbirciare nelle intimità quotidiane di realtà emotivamente scosse, di passare dal drammatico al comico e a un po’ di poesia.
E poi ci sono quelle storie che spazzano via la superficialità e il dolore per far entrare quella cosa lì, meravigliosa, che si chiama leggerezza.
Dalla prefazione
di
Imma Battaglia
Inizi a leggere questo libro e pensi che sia un testo teatrale che ironizza sulle ossessioni moderne, sui social network, sui selfie, il corpo e le ansie.
Il tutto descritto con un ritmo incalzante.
Ti riconosci in ogni parola, in ogni situazione e, mentre leggi, pensi e dentro di te ti ripeti: ma sì, è proprio così, ogni giorno è così; un fanatismo continuo, ritmi frenetici per impedirti di riflettere sul senso della tua stessa vita. Tanto vale esibirla anche solo l’ultima volta prima di “disintossicarsi”.
E così scorri le pagine del libro e hai voglia di scoprire, istante dopo istante, quale sarà la prossima storia per poi comprendere che c’è proprio tutto, ci sei tu, ci siamo noi! […]
Pochi giorni fa una coppia giovane si è trasferita qui al piano di sotto, hanno una bambina piccola e proprio ora sta piangendo.
Ogni tanto sento che l’afferrano e la sollevano su, per aria, facendo smorfie stupide o emettendo versi strani, dicendo cose a caso. Fissando i suoi occhi ingenui, le sue guance rosa, i capelli che le stanno crescendo. Il peso che aumenta.
Lalllaaaaaaaaaaaaaaaaaaalaaaaallaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, popopapopapopapopuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu, suuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu, bruuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuum, oooooooooooooooooooooooooooooooooooooouuuuh!!
La bambina piange.
Le mura di questo palazzo fanno parecchio schifo, si sente di tutto qui dentro.
Questa famiglia tanto per non farsi mancare niente si è anche trasferita con un cane taglia maxi e quando loro non ci sono, il cane abbaia ininterrottamente a tutti quelli che passano o ai gatti che girano nel cortile in cerca di cibo e avventure.
Quel cane sembra voler dire qualcosa che nessuno ascolta, qualcosa che nessuno capisce, qualcosa che forse é tempo dovremmo capire.
Le gambe cominciarono a tremargli dall’impazienza mentre la finestra sbatté all’improvviso.
Gli parve di cadere, di abbandonarsi. Ma non cadde.
Da sotto il cortile si sentì una moto arrivare, sapeva che sarebbe stato lui.
Lo attese guardandosi ancora allo specchio.
Sistemò un po’ i capelli, sbottonò la camicia, si spruzzò un po’ di quel profumo francese, lucidò le labbra, sorrise. L’acqua in pentola cominciò a bollire.
Il citofono suonò, aprì subito il portone, poi velocemente la porta, afferrò le chiavi di casa e corse giù per le scale fregandosene di avere delle scarpe nuove di cuoio.
Ben tornato amore mio! Esclamò lui saltandogli addosso. Amore, anch’io non vedevo l’ora di rivederti! Rispose l’altro baciandolo appassionatamente.
Facciamoci subito un selfie, gli disse. Sei bellissimo.
Anche tu.
No tu di più.
No tu di più.
No tu di più.
No tu di più.
[…]